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Lavanda (Lavandula)

Descrizione

La Lavanda (Lavandula) è una pianta rustica, perenne e molto resistente che viene coltivata sui Monti Sibillini.

Il nome comune “lavanda” con il quale siamo abituati a chiamare queste piante è stato recepito nella lingua italiana dal gerundio latino del verbo “lavare” poiché, in antichità, veniva utilizzata per detergere il corpo.

Fin dai tempi più antichi, è conosciuta per le sue proprietà antiemetiche, antisettiche, analgesiche, battericide, vasodilatatorie, antinevralgiche, per i dolori muscolari ed è considerata un blando sedativo. In aromaterapia, viene utilizzata come antidepressivo, tranquillizzante, equilibrante del sistema nervoso, come decongestionante contro i raffreddori e l’influenza. Inoltre viene ritenuta efficace per abbassare la pressione arteriosa, per ridurre i problemi digestivi ed è miscelata con altre sostanza omeopatiche per curare il mal di schiena e il mal d’orecchie.

L’olio essenziale di lavanda è sicuramente quello più utilizzato in profumeria e trova un largo impiego anche nella produzione di cosmesi. I fiori di lavanda, contrariamente a tante altre specie, conservano a lungo il loro aroma anche se secchi. È infatti consuetudine mettere dei sacchetti di tela nei cassetti per profumare la biancheria. La pianta, che era già nota agli antichi, veniva usata anche per la preparazione di talismani e portafortuna, legati a pratiche magiche ed esoteriche.

La lavanda è una pianta rustica che si coltiva senza particolari problemi dalle zone di mare fino a 1200-1400 mt di altitudine. Le produzioni ubicate nelle zone più in altura sono qualitativamente migliori in quanto gli olii essenziali, custoditi all’interno dei suoi fiori, sono più concentrati.

Predilige i terreni bel assolati, morbidi, ben drenati e privi di ristagni d’acqua poiché quest’ultima può provocare marciumi nelle foglie ed addirittura portare alla morte della pianta. E’ molto resistente anche ai lunghi periodi di assenza delle piogge essendo composta principalmente da ramificazioni legnose.

Non necessita di particolari cure o concimazioni ed il meglio di questa pianta è durante il periodo da metà giugno a metà luglio, a seconda dell’altitudine, in cui le sue spighe fioriscono regalando uno scenario davvero coinvolgente.

La raccolta della lavanda si effettua, sui piccoli appezzamenti, a mano con un falcetto e gli steli vengono poi depositati sopra a dei telai a rete per l’essiccazione naturale in zone d’ombra e ventilate. Questo processo non si effettua mai al sole poiché ne risentirebbe sia la colorazione del fiore sia la profumazione. In circa una settimana la lavanda si è seccata e si può procedere alla sua “sgranatura” tramite degli appositi setacci.

Durante il periodo dell’autunno invece, bisogna necessariamente effettuare la potatura della pianta ove i 2/3 della pianta vengono tagliati per permettere alla pianta di rinforzarsi alla base e crescere ancora più rigogliosa l’anno successivo. A seconda dell’altitudine, questa operazione può essere compiuta anche nel periodo di primavera prima della ripresa vegetativa.

Sui Monti Sibillini, le piantagioni più ampie di Lavanda si trovano nel comune di Montegallo con circa 20.000 unità.

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