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I Monti Sibillini

I Monti Sibillini sono un massiccio situato a cavallo tra Marche e Umbria, nell’Appennino umbro-marchigiano lungo l’Appennino centrale centrale. Si trova tra le province di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Perugia.

« …E che pensieri immensi,
che dolci sogni mi ispirò la vista
di quel lontano mar, quei monti azzurri,
che di qua scopro, e che varcare un giorno
io mi pensava, arcani mondi, arcana
felicità fingendo al viver mio! »

(Giacomo Leopardi così scrisse dei Monti Sibillini ne Le ricordanze)

I Monti Sibillini sono fondamentalmente costituiti di rocce calcaree, formatesi sui fondali di mari caldi. Le cime superano in molti casi i 2.000 m di quota, come la maggiore del gruppo, il Monte Vettore (2.476 m s.l.m.), Monte Priora, il Monte Bove e il Monte Sibilla.

Monti Sibillini Visti da Fermo

Monti Sibillini Visti da Fermo

La morfologia dell’area è frutto dell’azione glaciale del quaternario che si riconosce nella valli tipicamente a “U” e negli ampi circhi glaciali ancora riconoscibili. Anche i fenomeni carsici contribuiscono a definire la morfologia del gruppo.

Il gruppo è caratterizzato da un sistema complesso di dorsali nei sensi NNO e SSE che suddivide l’area in tre sottozone:

– settore Settentrionale;
– settore Centro-Meridionale;
– settore Sud-Occidentale.

Il settore Centro-Meridionale include le montagne maggiori del gruppo, culminando nel monte Vettore. È caratterizzato da due dorsali principali, la prima delle quali congiunge il Monte Porche con il Monte Sibilla mentre la seconda compie un articolato percorso che va dal monte Palazzo Borghese fino al Monte Prata toccando le cime maggiori del gruppo.

Il settore Settentrionale include il Monte Bove, massiccio calcareo con imponenti pareti, ed è limitato dalla Val d’Ambro e dalle Gole del Fiastrone.

Il settore Sud-Occidentale non include montagne degne di particolare nota ma include alcune formazioni geologiche tra le più interessanti dei Sibillini, come i Piani di Castelluccio.

Costituito da rocce calcaree e calcareo-marmose del Mesozoico-basso Terziario, il gruppo dei Sibillini può essere considerato come una formazione geologica relativamente giovane.

In un passato tra i 100 e i 50 milioni di anni fa l’area marina di basso fondale che occupava l’attuale areale dei Monti Sibillini fu sede di ampi movimenti distensivi che hanno portato alla formazione di dorsali sottomarine.

Circa 20 milioni di anni fa, la compressione e il conseguente piegamento delle rocce hanno portato all’emersione dei primi contrafforti. Dopo 10 milioni di anni, importanti fenomeni tellurici hanno portato ad accavallamenti lungo le faglie, con la formazione delle maggiori cime odierne, su una dorsale approssimativamente in direzione nord-sud. Un’altra serie di movimenti sismici, 2 milioni di anni fa, per compressione dal lato adriatico, ha portato a fenomeni di sovrascorrimento e accavallamento su altri sistemi di faglia e conferito al gruppo il suo aspetto odierno.

La flora e la fauna sono molto ricche. Sono presenti, tra i mammiferi, il gatto selvatico (Felis silvestris), l’istrice (Hystrix cristata), il lupo (Canis lupus), il capriolo (Capreolus capreolus) e recentemente reintrodotti il camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica Sub. ornata) ed il cervo (cervus elaphus). Da segnalare anche avvistamenti, legati agli attacchi alle arnie di ape domestica, di orso bruno marsicano (ursus arctos marsicanus) trattasi però quasi certamente di un maschio vagante proveniente dall’appennino abruzzese.

Fra gli uccelli, sono presenti l’aquila reale, il gufo reale, il falco pellegrino e la reintrodotta coturnice (Alectoris graeca). Tra i rettili la vipera dell’Orsini e la vipera comune (vipera aspis).

Nell’area del monte Vettore sono presenti due endemismi, il coleottero Duvalius ruffoi e, nelle acque del lago di Pilato, il chirocefalo del Marchesoni, un piccolo crostaceo.

La vegetazione è quella tipica dell’area appenninica, con prevalenza di caducifoglie alle basse quote che poi lasciano il posto alla faggeta e, più in alto, al pascolo. Da segnalare come specie floristiche sono la viola di Eugenia (Viola eugeniae), il genepì dell’Appennino (Artemisia petrosa sup. eriantha), l’adonide distorta (Adonis Distorta), la genziana lutea (Gentiana lutea), la genziana napoletana (Gentiana Sp.), la potentilla (varie), il giglio martagone (Lilium martagon), il ramno (Ramnus alpina) (Ramnus catartica), l’uva orsina (Arctostaphylos uva-ursi), la Nigritella widderi Teppner et E. Klein, l’androsacea villosa e la stella alpina dei sibillini (Leontopodium nivale).

Dal 1993 l’area è inclusa nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Fonte: Wikipedia

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