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Castagne e Marroni (Castanea sativa)

Descrizione

La Castagna è il frutto che viene prodotto dall’albero del Castagno (Castanea sativa), pianta arborea coltivata sui Monti Sibillini.

L’altezza del Castagno è variabile dai 10 ai 30 metri e si presenta con una chioma espansa e rotondeggiante dai 500 fino ai 1300 mt di altitudine. La pianta non richiede troppa umidità, sopporta abbastanza bene i freddi invernali, subendo danni solo a temperature inferiori a -25 °C, ma diventa esigente invece durante la stagione vegetativa. Per questo motivo il castagno ha una ripresa tardiva, con schiusura delle gemme a primavera inoltrata e fioritura all’inizio dell’estate. Al fine di completare il suo ciclo di fruttificazione, la buona stagione deve durare quasi 4 mesi.

In caso di condizioni di moderata siccità estiva, potrebbe verificarsi un rallentamento dell’attività vegetativa nel mezzo della stagione e pertanto anche la fruttificazione sarebbe irregolare. Le nebbie persistenti e la piovosità eccessiva nei mesi di giugno e luglio sono di ostacolo per l’impollinazione ed anche queste incidono negativamente sulla fruttificazione.

Il Castagno ha riscosso, fin dall’antichità, l’interesse dell’uomo per i molteplici utilizzi. Oltre all’aspetto ecologico, questa specie è stata largamente coltivata per la produzione del legname da costruzione e del frutto. Le castagne in passato, hanno rappresentato un’importante risorsa alimentare per le popolazioni rurali in quanto erano utilizzate soprattutto per la produzione di farina di castagne.

La massima diffusione in tutta l’Europa ebbe inizio con i Greci, fu ampliata dai Romani e proseguì ininterrottamente nel corso del Medioevo per opera degli ordini monastici. La crisi del castagno ebbe inizio a partire dal Rinascimento, presumibilmente in concomitanza con il progresso tecnico in agricoltura e con il crescente sviluppo della coltivazione dei cereali. Da allora e fino all’Ottocento, il castagno subì un lento e progressivo abbandono che si protrasse per decenni a causa del concorso di molteplici cause: l’evoluzione delle abitudini alimentari delle popolazioni europee, l’introduzione di materiali alternativi quali il metallo e la plastica nell’allestimento di manufatti e opere infrastrutturali.

Negli ultimi decenni, sui Monti Sibillini, c’è stata una ripresa nella coltivazione del castagno per via della domanda sempre crescente dei suoi frutti autunnali, le castagne, ma non solo. Particolarmente apprezzato è anche il miele di castagno.

Le varietà più pregiate sono quelle usate per la produzione del marron glacé, e sono genericamente chiamate Marrone.

Contrariamente a quanto si pensa non tutte le varietà a frutto grosso rientrano nel gruppo dei marroni. Il marrone ha infatti le seguenti caratteristiche:

  • frutto di grossa pezzatura, in numero di uno per riccio;
  • facilità di sbucciatura del seme;
  • striatura della buccia (in rilievo);
  • cicatrice ilare rettangolare;
  • sterilità dei fiori maschili;
  • bassa produttività.

Nel 2018, nasce il Marchio collettivo Marroni Monti della Laga – Monti Sibillini, rilasciato dal MISE.

Numerose sono le Sagre autunnali che vengono organizzare sui Marroni dei Monti Sibillini e tra le più importanti ricordiamo quella di Trisungo (Arquata del Tronto), Montemonaco, Smerillo, Montefalcone Appennino.

Sui Monti Sibillini la Castagna de il Marrone si coltivano a: Arquata del Tronto, Montefortino, Montegallo, Montefalcone Appennino, Montemonaco, Roccafluvione e Smerillo.

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