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Norcia> La Storia del Comune

Descrizione

Norcia è situata nel cuore della Valnerina sulla Piana di Santa Scolastica, all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, a poco più di 600 mt. di altitudine in un’area ricca di testimonianze e reperti archeologici che fanno supporre che l’altopiano nursino sia stato oggetto di insediamenti sin dall’età Neolitica. Tutta la valle, con lo sviluppo della civiltà etrusca, conobbe gli usi ed i culti di questo popolo tanto che alcuni storici fanno risalire l’origine del suo nome a Nortia, la dea etrusca della fortuna e del destino.

Durante il periodo di espansione del regno dei Sabini, Norcia divenne il villaggio posto più a nord sotto il loro controllo e, come tutti gli agglomerati a loro soggetti, esso era privo di cinta muraria in quanto i Sabini erano dediti difendere il loro territorio in campo aperto. Nel 300 a.C., e nonostante la tenace resistenza del popolo sabino, avvenne la conquista di Norcia da parte di Roma e durante questo periodo i conquistatori romani si preoccuparono di migliorare la viabilità in tutta la Valnerina, probabilmente utilizzando anche vecchi tratturi che venivano utilizzati per le transumanze, consentendo così un più rapido ed agevole collegamento verso la costa adriatica. In quegli anni Norcia ha dato i natali a personaggi illustri tra cui il generale repubblicano Quinto Sertorio, il quale si distinse per le sue conquiste in occidente, Spagna e Gallia ed a Vespasia Polla, madre dell’imperatore Vespasiano.

Negli anni in cui egli regnò, Norcia conobbe un florido periodo ed ebbe una grande influenza sul territorio circostante fino al punto che la zona fu nominata Provincia romana e le venne assegnato il nome di “Nursia Valeria”. Lo storico Tito Livio ci lascia la prima traccia scritta della città di Nursia, termine latino, riferendoci che nel 205 a.C. la città di Norcia offrì a Scipione, politico e generale romano conosciuto anche con il nome di Scipione l’Africano, degli uomini come volontari per andare a combattere nella II guerra Punica, che vide opposte Roma e Cartagine tra il 218 a.C. ed il 202 a.C. prima in Europa e poi in Africa.

Con l’avvento del Cristianesimo nella seconda metà del III sec. d.C. ad opera del vescovo di Foligno San Feliciano, e grazie anche all’azione di evangelizzazione degli eremiti Siriaci che si stabilirono in Valnerina, già nel IV sec. Norcia divenne sede di diocesi ed ebbe il suo primo vescovo. Nel 480 qui nacquero i personaggi emblema di Norcia e cioè i gemelli Benedetto e Scolastica, divenuti poi entrambi Santi. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, molti Stati si ritrovarono ad essere privi di civiltà e valori spirituali ma San Benedetto, insieme ai suoi monaci, portò in giro per l’Europa attraverso la legge di Cristo e la preghiera liturgica e rituale, il suo progetto cristiano che rafforzò l’unità spirituale. Con la sua celebre frase “ora et labora, “prega e lavora” riuscì a persuadere i popoli e trasformare terre deserte in fertili campi coltivabili; un classico esempio è rappresentato dalle Marcite (vedi pagina della presentazione).

Tra il VII ed il IX sec. Norcia conobbe un periodo non propriamente felice fatto di rappresaglie, conquiste ed incursioni da parte dei Longobardi, dei Goti e dei Saraceni, che la portarono ad un lento disfacimento ed abbandono da parte della popolazione. Durante l’alto Medioevo, prima del disboscamento della montagna, i coloni nursini utilizzavano la ghianda per i pascoli e gli allevamenti dei suini e gli agricoltori si cominciarono a specializzare nell’anatomia, mattazione e castrazione degli animali, con lo scopo di poter poi rivendere alle città vicine i prodotti conservati sotto sale. Fu anche in conseguenza di questa tecnica che nacque a Preci, presso l’Abbazia di Sant’Eutizio guidata dai monaci benedettini, la famosa “Scuola Chirurgica” che, ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa con l’emanazione del Concilio Lateranense del 1215, autorizzò un esiguo gruppo di persone a eseguire interventi finora praticati solo dai religiosi. Fu così che una trentina di famiglie di Norcia e di Preci si tramandarono l’arte chirurgica perfezionando mano a mano le tecniche operatorie, anche grazie all’utilizzo di nuovi strumenti da loro stessi inventati e ben presto la loro fama si estese ben oltre i confini della penisola.

Quelli furono anni in cui si manifestò una lenta e progressiva ripresa del commercio fino a quando ritornò ad essere un centro vitale che godeva di una propria autonomia politica e, di conseguenza, si costituì libero Comune. Forti erano le sue mire espansionistiche che per tutto il 1300 riuscì a conquistare e controllare un vasto territorio compreso tra i fiumi Nera, Vigi e Corno fino alla Strada Salaria nei pressi di Arquata del Tronto, divenendo il più importante Comune dei Monti Sibillini. E’ a questo periodo che risale la costruzione delle mura di cinta che ancora oggi si possono ammirare e che hanno resistito fino ai giorni nostri nonostante i disastrosi e numerosi terremoti che si sono verificati nella zona. Durante il 1400 Norcia fu spesso in lotta con i castelli circostanti, Spoleto, Cascia e Ascoli soprattutto, vista l’ottima posizione di dominio su cui era stata edificata Arquata del Tronto con la sua Rocca che, con Bolla Pontificia del 19 luglio del 1429, Papa Martino V cedette a Norcia. Nel 1466 le ostilità tra le città di Norcia ed Ascoli ripresero, facendo scoppiare una sanguinosa e violentissima guerra che riportò Arquata del Tronto sotto il dominio ascolano ma che procurò anche gravissimi danni alla fortezza che ebbe bisogno di interventi di restauro. Successivamente venne nuovamente dominata dai norcini e, seppur con continue diatribe e lotte con Ascoli che ne rivendicava il possesso, rimase sotto il controllo di Norcia fino agli ultimi anni del 1700.

Al fine di acquisire sempre più una maggiore autonomia politica, fu spesso in disaccordo con i legati pontifici di Spoleto tanto che, nel 1484, venne inserita nella Legazione Pontificia di Perugia. Nel 1500, non senza sanguinosi tumulti popolari, il potere pontificio riuscì a mutare la forma di governo comunale ed il commissario papale prese il posto del podestà. Il 1524 fu l’anno in cui si abbatté sulla zona la peste ed il conseguente degrado che essa portò spinse la popolazione a chiedere aiuto direttamente a Papa Pio V che, nel 1569 istituì presso la Castellina (vedi pagina di Norcia) la sede della Prefettura della Montagna sotto cui dipendevano numerosi Comuni e che trasformò Norcia nel centro di un dominio. Nella prima metà del 1600 si verificò un notevole sviluppo edilizio ed artistico con la costruzione di chiese, conventi, monasteri, ospedali, osterie con alloggi annessi, scuole pubbliche, il teatro ed addirittura un’accademia letteraria.

Nel 1703 e nel 1730 si verificarono due violenti terremoti che gettarono Norcia in una grave crisi economica distruggendo quanto finora era stato costruito e costringendo buona parte dei suoi abitanti a trasferirsi verso altri stati pontifici. I pochi che qui decisero di rimanere si impegnarono in una grandiosa opera di ricostruzione che mutò radicalmente l’aspetto urbano. Un’altra esperienza dolorosa Norcia la subì nel 1798 con l’avvento della Rivoluzione Francese ma i nursini reagirono e, coadiuvati dall’esercito austriaco, costrinsero i francesi a battersi in ritirata. Per soli cinque anni a partire dal 1809 Norcia fu sotto l’impero francese ma già nel 1815 il governo pontificio riuscì a riprendere il sopravvento ripristinandovi la sede del vescovado.

Un altro gravissimo terremoto colpì nel 1859 Norcia lasciando in piedi solo 76 abitazioni sulle 676 esistenti. L’amministrazione pontificia impose quindi delle nuove regole di edificazione che proibivano di innalzare edifici oltre i tre piani di altezza e di utilizzare particolari materiali per la loro costruzione. Solo nel 1860, con la proclamazione dell’Unità d’Italia, riuscì a liberarsi dalla dipendenza della Chiesa unendosi al futuro Regno che si stava costituendo ma con l’inizio del 1900 Norcia visse uno dei momenti economici più difficili e le campagne, non riuscendo più a sostenere la concorrenza delle agricolture preindustriali, subirono uno spopolamento e la migrazione verso i paesi stranieri, Stati Uniti su tutti.

Nel 1926 venne inaugurata la linea ferroviaria Norcia-Spoleto che si snodava su di un percorso lungo 51 km. Progettata dall’Ingegnere svizzero Erwin Thomann, effettuò la sua ultima corsa il 31 luglio del 1968 tra l’incredulità di tanta gente. Per le sue caratteristiche e le brillanti soluzioni altimetriche adottate al fine di fronteggiare le difficoltà del tracciato (gallerie, ponti e viadotti), fu definita la ferrovia di tipo alpino più bella d’Italia, anche se nelle Alpi non siamo. Oggi, dal punto di vista dell’impatto ambientale e del rispetto della natura sarebbe stata attualissima, soprattutto per quanto riguarda le normative contro l’inquinamento. Negli anni sono stati eseguiti dei lavori di bonifica e di recupero di alcune stazioni poste lungo il percorso per essere destinate a musei ed a punti dove lasciare l’auto e percorrere il tracciato a proprio piacimento. Da qualche anno è stata adibita a splendido percorso naturalistico dove poter effettuare trekking, passeggiate a piedi, a cavallo o da percorrere in mountain bike (vedi Itinerario nr.5).

I due conflitti mondiali costeranno a Norcia una grande perdita di vite umane e, durante la seconda Grande Guerra, la città fu scenario di aspri e lunghi combattimenti che contrappongono le truppe tedesche ai partigiani italiani. Negli anni ‘70 un ennesimo terremoto provocò il crollo di alcune cavità sotto l’area cittadina facendo sprofondare numerose case sotto il loro peso e provocando seri danni al patrimonio artistico. Dal 1979 cominciò un nuovo piano di risanamento e di ricostruzione che si protrarrà per tutti gli anni ottanta con l’obiettivo di restituire all’Umbria uno dei suoi tesori più belli e preziosi.

L’evoluzione demografica di Norcia ha visto negli anni un forte decremento a causa dell’emigrazione verso le grandi città o paesi stranieri. Di seguito riportiamo il numero di abitanti di Norcia registrato nei censimenti dal 1861:

Anno 1861 –   9.204 abitanti
Anno 1871 – 10.015 abitanti
Anno 1881 –   9.994 abitanti
Anno 1901 –   9.584 abitanti
Anno 1911 –   9.364 abitanti
Anno 1921 – 10.754 abitanti
Anno 1931 – 10.002 abitanti
Anno 1936 –   8.225 abitanti
Anno 1951 –   7.977 abitanti
Anno 1961 –   6.476 abitanti
Anno 1971 –   5.458 abitanti
Anno 1981 –   4.767 abitanti
Anno 1991 –   4.726 abitanti
Anno 2001 –   4.872 abitanti
Anno 2011 –   4.915 abitanti

Gli attuali abitanti del Comune di Norcia sono poco meno di 5.000 e continuano a vivere, oltre che di turismo, anche seguendo le antiche tradizioni che, nei secoli, hanno rappresentato le principali fonti di sostentamento come l’allevamento del bestiame, l’agricoltura, la lavorazione delle carni suine, la lavorazione del legno e del ferro.

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Norcia (PG)
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