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Cessapalombo> Monastero – Abbazia di San Salvatore (X°sec.)

Descrizione

In frazione Monastero, fuori dal centro abitato ed in posizione isolata, è possibile ammirare l’Abbazia di San Salvatore, conosciuta anche con il nome di Santa Maria in Insula. Sulla base di uno scritto di San Pier Damiani ed osservando le forme architettoniche ed i pochi caratteri originali, pare essere stata fondata nel 1009 da San Romualdo che trasformò i locali di una precedente villa romana nell’Abbazia.

San Romualdo nacque nel 952 e morì il 19 giugno del 1027 all’età di 75 anni. Nel suo peregrinare nel Camerinese abbracciò la “Regola di San Benedetto” cercando di riaffermare la necessità della vita eremitica.

Intorno al 1050 i monaci, per obbedienza e sotto il Vescovo di Camerino Atto, furono costretti a trasferirsi nella Chiesa di San Pietro di San Ginesio ed a lasciare la loro abbazia. A quel tempo tutto il territorio era sotto la giurisdizione del Vescovo di Camerino.

Circa 200 anni dopo, per ordine di Onofrio III, furono costretti a ritornare presso l’abbazia, pena la soppressione dell’Ordine. Lasciarono la Chiesa di San Pietro ad un sacerdote diocesano e ad un fratello laico.

Quando i monaci vi fecero ritorno alla fine del XIII secolo trovarono tutto il complesso in cattive condizioni ed in stato di abbandono: trasformarono la navata di destra in dormitorio mentre quella di sinistra e la parte absidale furono demolite.

Nel 1260 sempre Onofrio III passò il monastero alla mensa vescovile di Senigallia, diventando quindi di giurisdizione della Diocesi di Spoleto ma, nel 1229, “Rinaldo”, legato imperiale della Marca di Ancona e Duca di Spoleto, restituì Santa Maria dell’Isola a San Ginesio.

L’originaria costruzione presentava all’esterno quattro torri angolari che avevano con tutta probabilità funzione difensiva, considerata la posizione molto isolata, ed all’interno si sviluppavano tre navate. Del primitivo edificio è rimasta solo la navata centrale, quella di sinistra è crollata e quella di destra è stata modificata e trasformata in loggiato ed abitazione.

Testimonianza originaria è la cripta con volte a crociera sorrette da nove colonne in arenaria munite di pregevoli capitelli scolpiti tra i più antichi delle Marche. Al suo interno furono ritrovati frammenti di laterizio di origine romana. Presenta un affresco di una Madonna con Bambino realizzato nel XIII secolo e di chiara ispirazione ravennate.

Nel portico di entrata è presente un affresco raffigurante San Giorgio che uccide il drago. All’interno invece, in due nicchie contrapposte, è possibile ammirare due affreschi attribuibili ad Andrea De Magistris raffiguranti uno La Vergine e la Maddalena e l’altro Santa Lucia con Santa Caterina.

Tra il 1960 ed il 1970 Padre Natale Sartini, frate minore e parroco di Monastero si impegnò a fondo, assieme alla gente del luogo, per riportare alla luce l’Abbazia cercando di eseguire degli accurati restauri, compresi i ruderi dell’ala nord sepolti dalla terra. A causa della mancanza di fondi e di un progetto organico, riuscì purtroppo solo in parte nell’intento.

Foto dal sito http://www.turismo.cessapalombo.sinp.net

Info Box

Monastero – Cessapalombo (MC)
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