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Camoscio Appenninico (Rupycapra pyrenaica ornata)

Descrizione

Il Camoscio Appenninico (Rupycapra pyrenaica ornata) è un animale selvatico appartenente alla famiglia dei Bovidi che è stato reintrodotto sui Monti Sibillini grazie al progetto Life-Natura 2002 per la conservazione di questa specie in pericolo di estinzione.

Il suo mantello si presenta di colore marrone chiaro in estate e più scuro in interno, con zone bianche sulla gola, sulla testa, negli arti posteriori e sul collo, fino alle spalle, da cui parte una banda nera che si spinge fino alle zampe. Le corna possono superare anche i 30 cm di lunghezza contro i 20 cm di media delle altre specie di camoscio. Queste sono perenni come in tutti i Bovidi, ossia non cadono, e sono presenti sia nei maschi che nelle femmine. Di anno in anno crescono formando degli anelli attraverso il quale si può determinare l’età dell’esemplare. Gli zoccoli sono particolarmente adatti ad aderire perfettamente alla roccia, ambiente prediletto dal camoscio.

Abitano le zone al di sopra dei 1700 m di quota, ai margini superiori delle faggete, dove trova fasce erbose e pendii rocciosi sui quali si muove con straordinaria sicurezza e agilità. In caso di pericolo, fuggono a grandi balzi, ma messisi a distanza di sicurezza si girano spinti dalla curiosità per spiare l’aggressore.

L’alimentazione del Camoscio Appenninico è composta quasi esclusivamente da erbe che, nel periodo estivo si trovano in abbondanza nelle praterie montane. Nel periodo invernale, quando la neve ricopre i pascoli d’altura, i camosci scendono più a valle alla ricerca di cibo.

I maschi di camoscio sono animali piuttosto schivi che vivono isolati ma rompono il loro eremitaggio in autunno (solitamente verso la metà di ottobre), quando comincia il periodo estrale delle femmine. Per accaparrarsi il diritto all’accoppiamento, i vari maschi che si riuniscono attorno ad un gruppo di femmine in calore lottano in maniera molto cruenta, spesso procurandosi ferite anche gravi.

La gestazione dura circa sei mesi, al termine delle quali (di norma agli inizi di giugno) la femmina si allontana dal gruppo per dare alla luce un unico cucciolo in un luogo appartato. I piccoli sono in grado di camminare già qualche ora dopo la nascita e la loro crescita è piuttosto veloce, grazie al latte materno ricco di proteine. Nel giro di un anno i piccoli raggiungono l’indipendenza ed è a questo il momento in cui i maschi lasciano il gruppo per riunirsi in gruppi con altri giovani maschi fino al terzo anno di vita, quando diverranno animali solitari. Le femmine invece tendono a restare nel gruppo natio anche dopo l’indipendenza.

Il camoscio misura fino a 130 cm di lunghezza, per un’altezza al garrese che sfiora gli 80 cm mentre il peso non è mai superiore a 50 kg per i maschi e 35 kg per le femmine. Queste hanno generalmente minori dimensioni e forma più slanciata.

All’anno 2018 si stimano sui Monti Sibillini la presenza di oltre 150 esemplari in aumento di anno in anno.

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