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Lago di Pilato – 1.941 mt

Descrizione

Il Lago di Pilato, anticamente chiamato Lacum Sibillae, è l’unico bacino naturale di origine glaciale nelle Marche situato a 1.941 mt. s.l.m. sotto la cima del Monte Vettore, la vetta più alta di tutti i Monti Sibillini (2.476 mt).

La sua forma particolare a “occhiale” lo contraddistingue durante il periodo estivo, dopo lo scioglimento delle nevi che provvedono, unitamente alle piogge, ad alimentarlo. Dai rilevamenti effettuati nel 1990, quando a causa delle eccezionali condizioni climatiche si prosciugò, il suo perimetro misurava circa 900 metri, la lunghezza circa 130 metri e l’altezza 8-9 metri. Sul fondale del Lago di Pilato sono presenti inghiottitoi che possono essere relazionati con le sorgenti del fiume Aso attraverso canali carsici sotterranei ma di questo non vi è conferma.

Nella tradizione popolare il lago è stato, ed è considerato, un luogo magico e misterioso. La leggenda narra che qui nelle sue acque sarebbe custodito il corpo di Ponzio Pilato condannato a morte da Tiberio (secondo imperatore romano che governò dal 14 al 37 d.C.). Quest’ultimo, dopo aver rinchiuso il corpo di Ponzio Pilato in un sacco, lo affidò ad un carro di bufali che lasciò liberi di vagare senza meta. Gli animali da Roma sarebbero giunti fino ai Monti Sibillini e su fino alla Cima del Redentore dalla cui cresta il corpo cadde nelle sue acque.

Altre leggende narrano che, in questo lago, vi era un’entrata verso il mondo degli Inferi attraverso accessi impervi e difficilmente raggiungibili. Anche per questo motivo, a partire dal XIII sec., è stato considerato come un luogo popolato da streghe e negromanti tanto da costringere le autorità religiose del tempo a vietarne l’accesso ponendo una forca all’inizio della vallata. Inoltre furono alzati anche dei muri a secco intorno alle sue acque per evitarne il raggiungimento.

Dai reperti storici, il Lago di Pilato veniva anche chiamato Lago della Sibilla, come si evince da una sentenza di assoluzione emessa dal Giudice della Marca Anconitana De Guardaris nel 1452, a favore della comunità di Montemonaco, per aver accompagnato cavalieri stranieri a consacrare libri magici ad Lacum Sibillæ.

Nei pressi del lago fu rinvenuta La Gran Pietra (oggi conservata al Museo della Sibilla di Montemonaco) su cui sono incise lettere come delle cicatrici. A tutt’oggi non si sa ancora a cosa poteva servire questa pietra; si ipotizza che potesse essere un altare sacrificale o una stele su cui incidere demoniache invocazioni (ma studi sono ancora in atto).

Nel 1954 il Professor Marchesoni scoprì che nelle acque del Lago di Pilato era presente un piccolo crostaceo (gamberetto) di colore rossastro con dimensioni di circa 12 mm di lunghezza e caratteristica di nuotare all’indietro con il ventre rivolto verso la superficie. Venne nominato Chirocefalo del Marchesoni ed a oggi risulta essere presente solo in questo luogo. Le sue uova vengono deposte sulle rive e tra le rocce in secca pertanto è assolutamente vietato avvicinarsi alle sue sponde o entrare in contatto con le sue acque.

Il Lago è raggiungibile da Forca di Presta (3 h solo andata), da Foce di Montemonaco (3h 30 min solo andata – vedi Itinerario nr.7) oppure da Colle di Montegallo (4h 30 min solo andata). E’ sicuramente una delle mete più ambite dagli escursionisti di tutto il mondo, soprattutto nei periodi estivi di Luglio e Agosto e l’invito al rispetto di questo habitat, unico nel suo genere, è massimo.

Il suo accesso è severamente interdetto agli animali da compagnia ed ogni comportamento non rispettoso o idoneo è punito dai numerosi controlli effettuati dalle Guardie Forestali.

Coordinate GPS: 42°49’31″N 13°15’54″E

Info Box

Lago di Pilato
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